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Bleniese

La fondazione di questa società di valle — che, di fatto, è la «nuova Bleniese», dato che le vecchie carte documentano la fondazione della «Società bleniese di piscicoltura» nel 1913 — è da far risalire al 27 novembre 1966, in una riunione a Dongio. Primo presidente fu il dr. Remo Martinoli. Il sodalizio ha conosciuto una triste pagina di storia nel 1985 con lo spurgo del Luzzone, che ha devastato il patrimonio ittico di buona parte della valle. Ma la tenacia dei pescatori bleniesi non è mai venuta meno: infatti, essi hanno reagito con forza e hanno lavorato per ricostituire un discreto patrimonio ittico, grazie soprattutto ad un'intensa ed apprezzata attività esplicata nell'incubatoio sociale a Corzoneso-Piano. Il comprensorio è molto vasto e la sede sociale è ad Acquarossa. Dopo il dr. Martinoli, nella conduzione della società, che a fine 2021 contava circa 190 affiliati, si sono alternati: Bruno Grata dal 1974 al 2000, Renato Arizzoli dal 2001 al 2009 e Josy Arizzoli in carica dal 2010. Le attività principali consistono nella spremitura e nell'allevamento nell'incubatoio a Corzoneso-Piano e nelle conseguenti semine. Nel rapporto sulla gestione 2021 si osserva che — malgrado la difficile situazione sanitaria, nel frattempo andata per fortuna migliorando — già all'inizio dell'anno si è provveduto con le ultime spremiture e la conta delle uova di trota fario da parte dei guardacaccia/pesca, sicché le prime si sono schiuse a partire da metà gennaio. Malgrado le basse temperature riscontrate a febbraio, non si sono avuti particolari problemi di captazione dell'acqua: come a dire che l'adattamento della nuova presa si è dimostrato funzionale, per cui l'impianto ha retto senza mai ostruirsi anche in occasione delle forti piogge che hanno caratterizzato l'estate dell'anno passato. A rompere le proverbiali uova nel paniere concorre però la costante presenza di aironi nei dintorni dell'impianto per tutta la stagione. Marzo, mese che segna fra altro l'apertura della stagione di pesca sui fiumi, è trascorso all'insegna dei regolari lavori di gestione della pescicoltura, ove &mdasH; assieme alle piccole fario — crescevano pure le 35'000 arcobaleno provenienti dall'impianto di Rodi, spostate poi nelle vasche esterne il 7 marzo.
Anche nel 2021, purtroppo, ci si è trovati nella necessità di annullare (come nel 2020) l'annuale ritrovo per la giornata di pulizia delle rive del fiume Brenno; non così, per fortuna, nel 2022, con il ritrovo all'inizio di aprile. Una quindicina i pescatori che hanno risposto con slancio all'appello della presidente Josy Arizzoli e del comitato, percorrendo la tratta da Loderio a Motto nel raccogliere alcuni quintali di rifiuti di ogni genere. Va comunque detto che la situazione sembra sia notevolmente migliorata, forse grazie al fatto che un fiume pulito invoglia ad essere mantenuto come tale. Il rifiuti sono stati trasportati nell'ecocentro di Acquarossa. Risale al 2020 un'opera importante e lungamente attesa, ovvero l'ultimazione dei lavori di costruzione della nuova rampa per pesci a Malvaglia, il che ha permesso di rimuovere un ostacolo presente da tempo e che impediva una buona risalita del fiume da parte delle trote. Il risultato finale lascia ben sperare a favore di una migliore risalita dei pesci lungo il principale fiume della Valle del Sole, con un apprezzamento particolare al Consorzio manutenzione arginature Basso Blernio per aver preso a carico e portato a termine il progetto inizialmente promosso dal sodalizio di pesca. Ovviamente, anche in valle di Blenio si guarda con particolare interesse al rilascio di maggiori deflussi d'acqua, anche se la questione si prospetta sempre più ingarbugliata e foriera di un futuro prossimo ancora denso di interrogativi e problemi. Come noto, infatti, il Consiglio di Stato ha dovuto prendere atto, nell'aprile 2022, della decisione del Tribunale cantonale amministrativo (9 marzo 2022) che ha dichiarato la nullità delle decisioni dello stesso Governo e fatte proprie dal Gran Consiglio il 20 febbraio 2019, con le quali era stato ordinato di rilasciare deflussi supplementari alle Officine idroelettriche di Blenio (Ofible) e della Maggia (Ofima), in applicazione dell'art. 80 cpv. 2 della Legge federale sulla protezione delle acque (LPAc), che stabilisce l'obbligo di risanare i deflussi minimi dei corsi d'acqua soggetti a prelievo. Di conseguenza, il Consiglio di Stato ha deciso di sospendere momentaneamente la procedura di risanamento dei deflussi minimi. La questione, comunque, potrà essere ripresa e valutata anche alla luce dell'evoluzione del contesto normativo cantonale con l'approvazione della Legge cantonale sulla gestione delle acque (LGA) da parte del Gran Consiglio, il che dovrebbe consentire di consolidare le basi legali di applicazione del diritto federale. Dovranno altresì nuovamente essere ponderati i contrapposti interessi alla luce della mutata situazione relativa ai costi e alla reperibilità dell'energia elettrica da fonte rinnovabile. Nel frattempo, però, il tempo passa e la situazione di certo non migliora, mentre le aziende idroelettriche fanno buoni affari! Ma la vera, autentica «calamità» di questi prossimi anni in Blenio è il previsto svuotamento del bacino artificiale in Valle Malvaglia, dopo che già nel Cantone si è sofferto per lo svaso del lago di Vogorno in Valle Verzasca. Si prospetta infatti di espellere qualcosa come circa 450'000 metri cubi di sedimenti fini rispetto ai 17'000 valutati per la diga verzaschese. Si chiede a gran voce che venga privilegiata la variante che prevede di far transitare le acque con i sedimenti da evacuare attraverso la centrale di Biasca, così da salvare l'Orino, la tratta del Brenno tra la confluenza dell'Orino e il Ticino, nonché la tratta di fiume Ticino con la confluenza al Brenno e il canale di restituzione della centrale di Biasca. La soluzione prospettata da Ofible, invece, prevede l'apertura della saracinesca di fondo della diga e l'evacuazione dell'ingentissimo materiale attraverso l'Orino, il Brenno e il Ticino sino alla foce, con evidenti e pesantissimi contraccolpi sull'ambiente. Di fronte ad un simile, intollerabile impatto sull'habitat di tutta la Valle di Blenio e del Bellinzonese nonché sul Verbano, la FTAP, Assoreti e i Pescatori a mosca Ticino hanno incontrato il consigliere di Stato Claudio Zali, ottenendo pieno appoggio sulla necessità di una perizia neutra per determinare quale delle due varianti sia la meno impattante sui vari ecosistemi posti lungo il tracciato, così da disporre di un documento che possa servire anche da guida per i prossimi svuotamenti di bacini idroelettrici nel Cantone.


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