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Bellinzonese

La fondazione della Società bellinzonese per l'acquicoltura e la pesca risale al 1º settembre 1913. Primo presidente Carlo Molo e 36 i soci, con l'impegno — come recita l'atto di fondazione — ad «interessarsi presso il lod. Governo perché abbia presto a riscattare i diritti privati di pesca nel fiume Ticino. In seguito di che essa intraprenderà una attiva azione per il ripopolamento delle acque pubbliche della regione bellinzonese». Nel 1915, i soci sono già una settantina. Nel 1916, la «Bellinzonese» rinuncia a far parte della Federazione cantonale di pesca, tuttavia nel 1919 torna il sereno. La sede sociale è «alle Mondelle» di Gorduno. Fra i presidenti della società segnaliamo Aldo Bomio-Giovanascini, Pietro Corneo, Mario Guscetti, Enrico Tettamanti, Carletto Bomio-Giovanascini e Jvan Cairoli dal 2002, mentre dall'inizio del 2018 il sodalizio — che conta circa 250 affiliati secondo i dati del 2021 — è diretto da Jacques Bottani.
Nel 2019 vi è stata una storica svolta: in sinergia con i Cantoni Ticino e Grigioni, rappresentati dai rispettivi Uffici competenti per la caccia e la pesca, nonché con il dottor Cesare Puzzi dello Studio Blu Progetti di Lugano, la Società bellinzonese di pesca ha deciso di aderire al progetto sperimentale di ripopolamento del temolo padano (detto anche temolo «pinna blu»). A tale scopo, sono stati prelevati esemplari di varie dimensioni (0+, 1+ e 2+) direttamente dalla Società di pesca Valsesiana (l'unica oggi nel Nord Italia ad avere i temoli pinna blu in allevamento) per crescerli a Gorduno; l'obiettivo è di creare un centro di competenza del temolo a livello cantonale finalizzato al ripopolamento dei corsi d'acqua adatti ad ospitare questa pregiata specie. Da notare che a livello nazionale lo status (riferito alle lista rossa delle specie in Svizzera) del temolo è stato modificato, nel 2019, passando da «minacciato» a «fortemente minacciato»: ciò conferisce ancora maggiore importanza e significato a questo progetto di respiro internazionale. Rammentiamo che in Ticino il temolo è stato oggetto di una moratoria di 5 anni e la pesca è stata riaperta nell'autunno del 2020. In presenza del Covid-19, l'importazione di ulteriori esemplari di temolo dalla Valsesia, pianificata per gennaio 2021, non ha però potuto aver luogo. Ci si è pertanto dedicati all'allevamento dei temoli già presenti a Gorduno, anche se durante la primavera 2021 purtroppo non vi è stata produzione di uova. Per il 2022 si spera di riuscire ad allevare un buon numero di avannotti, lanciando con continuità la riproduzione dei temoli.
Le semine di avannotti nutriti di fario sono state effettuate regolarmente nel periodo aprile-maggio. Durante l'estate 2021 il Bellinzonese è stato flagellato da alcuni eventi meteorologici di rilevante intensità, tra cui in particolare quelli di fine giugno e di inizio agosto. Le semine di estivali di trota fario si sono tenute nella seconda metà di agosto, anche se solamente nel fiume Ticino e nella parte terminale della Moesa, dove — con l'ausilio di alcuni natanti — sono stati immessi 60'000 estivali di trota fario. Per contro, le semine dei riali e delle valli laterali e nel laghetto di Orbello con estivali di trota fario sono state effettuate solo parzialmente: infatti, la portata d'acqua era tale, ancora a distanza di settimane dagli eventi piovosi, da non consentire le operazioni né in sicurezza, n&eactute; con la necessaria garanzia di successo. Le ultime immissioni hanno avuto svolgimento addirittura nella seconda metà di ottobre, un periodo piuttosto insolito e comunque al limite per consentire ai pesci di ambientarsi nel nuovo habitat prima dell'arrivo dell'inverno. Il comitato non può nascondere, in ottica futura, la preoccupazione per i frequenti eventi estremi, con autentiche bombe d'acqua che rischiano di compromettere l'esito delle immissioni di novellame ittico. Una novità importante è legata al riscaldamento delle acque: nei mesi estivi degli ultimi due anni si è giunti, per la prima volta da quando vengono effettuate le misure, a temperature di 22 °M;C. Ciò costituisce un forte rischio per la sopravvivenza dei temoli, motivo per cui occorre correre ai ripari procedendo alle coperture delle vasche esterne. Questo lavoro avrà assoluta priorità nell'immediato futuro. Inoltre, il dissabbiatore in entrata è stato dotato di una nuova griglia, più leggera e maneggevole di quella esistente (che risaliva agli anni '60 e non era più funzionale).
Il fiume principale che attraversa il Bellinzonese è il Ticino: si tratta di un corso d'acqua segnato dallo sfruttamento idroelettrico, in cui negli ultimi due decenni, nonostante le continue immissioni di estivali di fario, si è assistito a un continuo calo del pescato. Buona cosa è stato portare la misura della fario a 30 cm da Biasca alla foce (a partire dal 2012), ma non sono pochi a sostenere che occorra cambiare sistema di semina, perlomeno fintanto che la questione delle regimazioni idriche non sarà stata posta in consonanza con le leggi in vigore. Se è vero che le semine vanno diversificate, è altrettanto evidente che occorre puntare anche sulla rinaturazione degli ecosistemi acquatici. Per diversificare la morfologia dell'alveo del fiume Ticino, già si è provveduto alla formazione di banchi di materiale, che hanno permesso di gestire in modo ottimale quello depositato e raccolto nelle camere di ritenuta del «Valegion» di Preonzo, ma l'opera principale per contenere i deflussi discontinui saranno i bacini di demodulazione. Per quel che concerne il progetto definitivo di rinaturazione della tratta terminale del torrente di Gorduno — sono previste l'eliminazione del salto esistente sotto l'autostrada e la riqualifica dell'alveo di questo corso d'acqua consentendo di ripristinare la libera migrazione ittica dal fiume Ticino fin verso il ponte romano, che si trova poco a monte della pescicoltura — nel novembre 2021 il Cantone ha preso posizione nei confronti della città di Bellinzona (ente esecutore), approvandone i contenuti ed esprimendosi sul finanziamento. I lavori potrebbero cominciare già verso fine 2022. Da parte sua, il Consorzio correzione fiume Ticino, con un preventivo di svariate decine di milioni di franchi, è impegnato a tutto campo nel rinaturare il corso del Ticino dai «Boschetti» di Sementina a Gudo, comprese le tratte terminali dei riali affluenti, nel contesto del progetto di Parco fluviale di Bellinzona, dai «Saleggi» ai «Boschetti» appunto, dopo che a fine 2020 era stata portata a termine la prima tappa in zona «Torretta». Altri 130 milioni il citato consorzio li ha preventivati per i canali che attraversano il Piano di Magadino: in proposito, la Società bellinzonese di pesca reputa che si tratti di un vero plusvalore del fiume Ticino, nonché di un'importante opera d'ingegneria idraulica realizzata 130 anni fa. Di inestimabile valore piscicolo, questi canali sono stati messi un poco nel dimenticatoio. Con questi lavori verrà realizzato un nuovo equilibrio fra bonifica, ambiente fluviale e zona palustre, ovvero la restituzione polifunzionale all'uomo di queste storiche opere idrauliche.


Presidente
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